L’effetto neuroprotettivo del sulforafano

Le verdure crocifere contengono moltissime molecole bioattive rinomate per possedere benefici medicinali unici: il sulforafano è una tra le più interessanti

I benefici per la salute del sulforafano:

  • Mantiene l’integrità intestinale e per questo previene l’ingresso di sostanze indesiderate nel flusso sanguigno.
  • Aiuta la disintossicazione epatica, essendo il più potente induttore naturale di enzimi di fase II nel fegato promuovendo la sintesi di glutatione.
  • Riduce lo stress ossidativo attivando una proteina chiamata: fattore correlato al fattore nucleare E2 (Nrf2) coinvolto nei processi anti-infiammatori e di difesa dallo stress ossidativo che svolge un ruolo nella protezione delle arterie dall’accumulo di placca betamiloide.

 

Questi tre punti sono collegati l’uno all’altro, infatti, l’attivazione del fattore nucleare Nrf2 regola l’espressione genica di enzimi citoprotettivi come la glutatione S-transferasi e la composizione della flora batterica intestinale: il microbiota, quindi l’integrità della barriera intestinale.

Perché si parla di neuroprotezione?

La neuroinfiammazione è una condizione di risposta del sistema nervoso centrale a insulti esterni e interni, la neuroprotezione è un evento che protegge le cellule dall’insulto patologico, ad esempio l’insulto tossico o la mutazione genetica. Molte sono le sostanze in natura che hanno un effetto neuroprotettivo. Finora la condizione fondamentale è stata quella di passare la barriera emato-encefalica (BEE) che seleziona le sostanze chimiche che possono raggiungere il cervello, adesso il ruolo dell’intestino, è stato visto essere rilevante soprattutto per sfavorire il circolo di citochine proinfiammatorie, quindi indirettamente viene bloccata la produzione di molecole endogene (prodotte internamente) che passano attraverso la BEE e sono causa di neuroinfiammazione .

 

Quali alimenti assumere?

Le verdure crocifere: broccoli, cavoli, senape, crescione e rucola hanno in comune dei composti chiamati isotiocianati (tra cui il sulforafano) e con il loro sapori caratteristico sono spesso amate o detestate da chi le assume.

Il sulforafano all’interno di queste piante si trova sotto forma di glucorafanina e chimicamente è legato ad una molecola di glucosio che non gli permette di passare attraverso la BEE. Quando la glucorafanina viene a contatto con un enzima chiamato mirosinasi, prodotto ad esempio dalla masticazione della stessa pianta, si libera del glucosio e diventa una molecola più attiva.

Nel caso della rucola, che si mangia cruda, riusciamo ad assumere la forma glicosilata (priva dello zucchero) perché le mirosinasi non vengono degradate, invece se la verdura crocifera viene cucinata, tipo i broccoli, questo enzima si degrada totalmente. Associando i semi di senape molto ricchi di mirosinasi ripristiniamo le condizioni perché si possa formare il sulforafano.

E’ interessante sapere che l’attività delle mirosinasi non si ottiene solo dalle piante, infatti il nostro microbiota intestinale e nello specifico batteri come: Escherichia coliBacteroides thetaiotaomicronEnterococcus faecalisEnterococcus faecium, Bifidobacterium sp. producono degli enzimi chiamati tioglucosidasi capaci di glicosilare la glucorafanina in sulforafano.

Chi deve evitare questo alimento?

E’ stato visto che questo tipo di verdure, ma non nello specifico il sulforafano, hanno interazione con il TSH, un ormone che influenza l’attività della tiroide, quindi le sconsigliamo a chi soffre di ipotiroidismo.

Bibliografia:

He C, Huang L, Lei P, Liu X, Li B, Shan Y. Sulforaphane Normalizes Intestinal Flora and Enhances Gut Barrier in Mice with BBN-Induced Bladder Cancer. Mol Nutr Food Res. 2018 Dec;62(24):e1800427. Epub 2018 Nov 22.

Santín-Márquez R, Alarcón-Aguilar A, López-Diazguerrero NE, Chondrogianni N, Königsberg M. Sulforaphane – role in aging and neurodegeneration. Geroscience. 2019 Oct;41(5):655-670. Epub 2019 Apr 2.