Emicrania o cefalea: come riconoscere le diverse forme e trattarle in maniera adeguata

L’emicrania è una patologia molto frequente, in particolare nelle giovani donne, caratterizzata da attacchi dolorosi ricorrenti e invalidanti. Il trattamento prevede una terapia dell’attacco acuto finalizzata ad alleviare i sintomi al bisogno e una terapia preventiva con l’obiettivo di ridurre la frequenza, la durata e la gravità degli attacchi. Tuttavia, è importante fare una corretta diagnosi delle forme di emicrania in modo da poter gestire il paziente nella maniera più appropriata. 

Quali sono le forme di emicrania e come possono essere trattate?

La forma più diffusa è la cefalea di tipo tensivo, tipica delle donne, caratterizzata da dolore compressivo bilaterale, di intensità sopportabile, non accompagnata da altri sintomi e che non compromette le normali attività quotidiane. Può essere scatenata da diversi fattori, in particolare dallo stress, dalla mancanza di sonno, da un affaticamento mentale e/o da posture inadeguate, e può essere alleviata dal rilassamento psico-fisico, oltre che dall’uso dei comuni antidolorifici. È utile, inoltre, seguire uno stile di vita sano, con un ritmo sonno-veglia regolare e con ridotti fattori di stress per evitare l’insorgenza degli episodi.

L’emicrania propriamente detta è caratterizzata da attacchi periodici intervallati da periodi di benessere. Può essere “senza aura” (la forma più frequente), o “con aura”, in cui il dolore è preceduto da altri sintomi neurologici.

Durante l’attacco di emicrania il paziente presenta dolore di intensità moderata o severa, generalmente pulsante e unilaterale, che peggiora con l’attività fisica, accompagnato o meno da nausea, vomito e disturbi visivi e/o uditivi. L’attacco può durare diverse ore o giorni e può impedire lo svolgimento delle normali attività quotidiane.

Gli attacchi possono essere scatenati da fattori interni o esterni, quali variazioni dei livelli plasmatici di certi ormoni, stress, alimenti (ad esempio formaggi stagionati, cioccolato, alcol), fattori climatici, stimoli sensoriali intensi (luci abbaglianti, rumori, odori) o farmaci. L’uso di antidolorifici di solito è efficace, ma nelle forme più gravi può essere necessaria una terapia preventiva per ridurre intensità e frequenza degli attacchi.

Esiste poi una forma di cefalea cosiddetta a grappolo, rara e tipica del sesso maschile, caratterizzata dall’alternarsi di periodi attivi (i “grappoli”), nei quali compaiono gli attacchi, e di fasi di benessere. Gli attacchi sono caratterizzati da dolore molto intenso, unilaterale, spesso riferito “dentro l’occhio”, e compaiono una o più volte al giorno, soprattutto durante la notte. Il dolore è tipicamente accompagnato da altri sintomi, come sintomi oculari tra cui lacrimazione e arrossamento. L’attacco può essere scatenato da fattori esterni quali l’assunzione di alcool, aria fredda o calda, mancanza di sonno, pasti abbondanti, stress. Per questo tipo di cefalea non è utile l’uso di normali antidolorifici.

 

Emicrania e genetica

Sono state, inoltre, riconosciute rare forme di emicrania genetica. Si tratta dell’emicrania emiplegica, una variante rara di emicrania con aura caratterizzata da debolezza muscolare o paralisi durante l’aura, in aggiunta ai sintomi visivi, uditivi e a disturbi del linguaggio. Esiste una forma familiare, in cui i pazienti hanno almeno un consanguineo di primo o di secondo grado affetto dalla malattia, ed una forma sporadica senza una storia familiare. Le forme gravi di attacchi possono portare a paralisi prolungata, confusione, febbre, crisi epilettiche e coma.

I geni identificati fino ad ora codificano per trasportatori ionici (CACNA1A, ATP1A2 e SCNA1) e sono trasmessi nella forma familiare con carattere autosomico dominante, quindi basta una sola forma alterata del genere per avere la malattia. Lo screening genetico consente di effettuare una diagnosi corretta e di trattare i pazienti in maniera adeguata. Infatti, anche se non esiste una terapia specifica e possono essere utilizzati antidolorifici standard, è importante sapere che sono controindicati alcuni trattamenti specifici per altre forme di emicrania, in particolare i triptani per il rischio di aggravare i sintomi.

 

 

Referenze:

  • Russell MB, Ducros A. Lancet Neurol. 2011 May;10(5):457-70.
  • Di Stefano V, Rispoli MG, Pellegrino N, et al. J Neurol Neurosurg Psychiatry 2020;91:764–771.